domenica 17 ottobre 2010

A mia zia.

Da madre tu non potevi definire 
il tempo di vita d’un figlio
Ma il male si
e t’ha indotta a strappargli
secondi preziosi
tramutandoli in sorrisi
in carezze
in parole …
L’ultima mai detta
Nessun addio
E sopravvivi costretta
aspettando nel tuo
l’addio al dolore
al ricordo
al tempo.
Eppur sorridi
perché suo è anche quel sorriso
E lavori
e sudi
e vivi 
ogni giorno è diverso
in un nuovo ricordo
che ti regali allo specchio
I tuoi occhi sono i suoi
E’ uno schiaffo alla morte
la tua forza di vita
quando rincorri con scarpe slacciate
praterie di pensieri
e c'è lui che t’aiuta
ad alzare in volo
una sedia a rotelle
come fosse un aquilone!
Elisena


Questa poesia è dedicata a mia zia Lucia, una persona speciale, solare, luminosa, come il suo nome. Il destino le ha imposto di sopravvivere alla morte d’un figlio continuando a sorridere, a giocare, a soffrire con l’umiltà di chi ha il dono di camminare e non contare i suoi giorni. Mio cugino Mauro è morto a soli vent’anni, sconfitto dalla distrofia muscolare. La sua fanciullezza e l’adolescenza sono state colmate dal suo amore così grande da far diventare la sua sedia a rotelle un aquilone, per trasportarlo leggero in un cielo da lei  non troppo lontano.