mercoledì 12 maggio 2010

TEMPESTA

Mentre cammino nelle vie del centro
il vento stravolge il sole
inviandogli contro
un esercito di nuvole
che schiave nel vortice
son costrette a ballare
l’antica danza del ventre
coprendo l’astro completamente.
E cade l’ombra sulla città
mentre danzano le nuvole
dall’estasi sfrenate e
sudano pioggia
E piove terra su terra
acqua nell’acqua
Lacrime sugli uomini
Pianto sui morti
Ed io resto immobile
coi piedi impantanati
nella pozzanghera della vita
davanti al triste scenario
di una natura impazzita.
Non posso fermare
il mio destino
e prima che il fango diventi cemento
vado avanti
e a fatica attraverso quel muro
di acqua e di vento
come fradicia anima
persa nello sgomento.
Con passi pesanti
ingoio le lacrime
 delle mie vesti bagnate che
al corpo incollate
dissetano la paura
ricoprendo d'acciaio
le mie mani
pronte
alla sfida del domani.
Solo i morti dal pianto
non potranno asciugarsi
perché dal loro ombrello
di marmo e di croci
l’acqua non passa
ma cattura le voci!
Elisena


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