Ti porto con me
dentro di me
sei colei che fa pesare la mia
felicità
e mi tormenta le unghie
incapaci poi d’afferrare tra l’erba
i fili del tempo
Vorrei partorirti
e nel mio stesso
sangue affogare
quel vagito di silenzio
che ingrassa nella mente i miei pensieri
nutriti dalla
dolcezza del tuo nettare
così ingordo di
spazio
che lascia me in un angolo
a guardare la vita non coricarsi
in un letto d’amore
Tu che non dormi s'io non dormo
tra i tuoi lunghi capelli ramati
abbracciata negl'occhi della
notte
che ci guarda
affannata
e non sa chi tra noi
due
è madre
chi è figlia
T'amo e t'odio
Solitudine
perché questo è il
nome
che io t’ho dato.
Elisena
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